Risarcimento per malattia professionale

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In questo articolo risponderemo alla domanda: come ottenere un risarcimento per malattia professionale?

Introduzione

Alcuni lavori per le proprie peculiari caratteristiche hanno un impatto significativo sull’organismo di chi li svolge. 

Lo svolgimento di alcune mansioni protratto negli anni causa, non di rado, lo sviluppo di patologie, più o meno gravi, che progressivamente provocano una menomazione dell’integrità psico-fisica del lavoratore. 

Tale menomazione può compromettere la capacità lavorativa o, nei casi più gravi, pregiudicare il fisiologico svolgimento delle attività della vita quotidiana del lavoratore.

Consideriamo, ad esempio, un carpentiere edile che nell’esercizio della propria mansione è adibito alla movimentazione manuale di carichi pesanti senza l’ausilio di particolari attrezzature o macchinari adatti. 

Tale azione, tipica del lavoro di carpentiere provoca un sovraccarico dell’apparato scheletrico e muscolare che si perpetua durante tutto l’orario di lavoro per giorni, mesi, anni. 

Oppure ancora ad un lavoratore marittimo che è sottoposto a forti rumori spesso senza l’uso di appositi sistemi di protezione.

Questi sono solo alcuni esempi di lavorazioni, con esposizioni a rischi specifici, che possono dar luogo ad un risarcimento per malattia professionale.

Quando si è in presenza di malattia professionale?

Come visto negli esempi alcuni lavori espongono l’organismo ad agenti nocivi come vibrazioni, rumori, ma anche, agenti tossici o biologici e così via. 

Essi nel tempo possono provocare delle patologie, come ad esempio ernie del rachide lombare (ernie del disco), tunnel carpale, ipoacusie, patologie polmonari o dell’epidermide che, quindi, costituiscono una malattia professionale perché direttamente correlata al lavoro svolto.

Tali patologie possono essere le più diverse e dipenderanno dal tipo di lavorazione e dalla diversa esposizione ad un rischio specifico. 

Il risarcimento per malattia professionale

In tutti questi casi il lavoratore, assicurato INAIL, che svolge la propria mansione come dipendente o come autonomo, ha diritto ad un risarcimento.

Esso può essere nella forma dell’indennizzo in capitale (un risarcimento una tantum) o potrà consistere in una rendita.

Il datore di lavoro, qualora presente, rimane estraneo all’iter di riconoscimento della malattia professionale non subendo nessuna conseguenza negativa dall’ accertamento della tecnopatia.

Il sistema risarcitorio si basa sul riconoscimento, in caso di riconoscimento della malattia professionale, di un punteggio di danno biologico che darà luogo all’indennizzo, una tantum, se inferiore al 16% mentre darà luogo alla rendita qualora il punteggio sia pari o superiore. 

L’importo di tale risarcimento o rendita è relazionato alla quantità di danno biologico e ad una serie di altri fattori.

Il nesso causale tra lavoro e malattia professionale

Quello che risulta determinante ai fini della riconducibilità di una determinata patologia nell’alveo delle malattie professionali e, quindi all’ottenimento del beneficio, è l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra la mansione specifica che il lavoratore svolge e la patologia denunciata. 

Come ottenere il risarcimento per malattia professionale

La procedura per ottenere il risarcimento comincia con la denuncia da parte del lavoratore, della malattia professionale all’ Inail competente per territorio.

L’ente, una volta espletati gli accertamenti del caso, emana un provvedimento, che se negativo può essere oggetto di opposizione. 

Per l’opposizione il lavoratore può farsi assistere da un legale presentando una relazione medica di parte in cui si specifica la percentuale di danno biologico che si ritiene patita.

Nel caso in cui anche a fronte dell’opposizione l’Inail si esprima con un parere negativo non resterà che adire all’autorità giudiziaria con l’assistenza di un avvocato specializzato.

Conclusioni

Tale procedura, spesso, può essere complessa ed il lavoratore, ammesso che ne conosca l’esistenza, demorde già prima di cominciarlo. In altri casi dopo la prima denuncia conclusasi con il rigetto da parte dell’ente il lavoratore desiste dal presentare un’opposizione che prevede costi ulteriori quali l’assistenza di un medico legale, oppure ricade negli stessi errori che hanno determinato il rigetto della prima domanda. Il nostro consiglio è affidarti a specialisti della materia.

Avv. Giuseppe Lauro

Avvocato specializzato in Diritto del Lavoro ed in Risarcimento del Danno.

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